L'Orda del Vento by Alan Damasio

L'Orda del Vento by Alan Damasio

autore:Alan Damasio [Damasio, Alan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: L00P
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XII

ALTICCIO

«Non hai mai sentito parlare di Alticcio?» insiste Caracollo, sbalordito da cotanta ignoranza.

«Ma proprio mai mai mai? Nessuno dei tuoi? Nemmeno un Freolo che passava di là o un Obliquo? Davvero nessuno mai ti ha parlato di questa città?»

«Ma no, vi dico! Io sono solo Coriolis, crocco alle prime armi, figlia di un ærosetacciatore… Prima dell'orda non mi ero mai allontanata dal mio villaggio! Non sapevo nemmeno che esistessero i Freoli!»

) Caracollo la guarda profondamente divertito. Coriolis arrossisce e finge di aggiustarsi l'imbracatura per darsi un contegno. La slitta nuova, progettata da Oroshi e costruita da Silamfro, quasi la sospinge non appena si ferma: l'aerodinamicità è a dir poco eccellente, soprattutto per merito dell'eolica tripale di spinta che, associata alle ruote, alleggerisce, se non addirittura annulla, la trazione. Bisogna solo sperare che sabbia e sassolini, abbondanti in queste pianure di roccia alluvionale, non ci mettano lo zampino troppo presto, inceppando il meccanismo. Caracollo mi guarda, tutto allegro.

«A modo suo questa ragazza è radiosa. Non sa nulla di nulla: è meraviglioso!»

«Come no! Invece di prendere in giro gli altri, perché non mi racconti di questa tua cittadina?»

Caracollo aveva già smesso di prestarmi ascolto. Con questi bei venticelli delicati, indecisi fra uno slamino di Lahvis, privo di turbolenze, che cala mollemente verso mezzogiorno e una zefirina che culla dolcemente, l'atmosfera è di assoluta leggerezza. In quel semideserto arenoso scandito da picchi, si contra fuori dal Ferro e fuori dal Pack, in evoluzione libera, grazie alla visibilità molto buona e al terreno ben solido. Il pantano grigioverde con la sua melma, l'onnipresente nebbia, le canne e il penetrante odore di muffa paiono ormai così lontani. Eppure Chawondasee e le sue strade inondate, Chawondasee con le case-barca e l'accoglienza ambigua sono ad appena sei mesi di contro a valle, ma ho già dimenticato. Qui tutto sorge nitido e asciutto, arancio su blu. Ognuno di noi approfitta per chiacchierare col proprio gruppetto preferito. Mi piace moltissimo camminare con Caracollo e la compagnia di Coriolis, perlomeno, ha un non so che di affascinante… Con loro mi sento bene, non fanno che punzecchiarsi a vicenda e Caracollo non è mai tanto sciolto come quando sa di essere atteso e ascoltato.

«Alticcio - come spiegartelo, principessa? - diamine! Alticcio… Non lo so, immaginatela!»

«Sì… ma… M'immagino cosa?»

«Immagina un fiume di vento… Immagina una città tutta in verticale fatta solo di torri, torri immense e ondeggianti, alte più di cento metri e piantate nel bel mezzo della corrente! Immagina battifredi in pietre e legno, cattedrali monotorre cinte da campanili, immagina fareoli che la notte ululano rispondendosi l'un l'altro! Immagina castelli d'acqua, palazzi in vetro arroccati su picchi di marmo! Immagina capanne appollaiate su alberi maestosi, con tanto di scale a chiocciola tutt'intorno! Immagina vertiginose colonne non più spesse di un corpo, con monaci seduti in cima, i famosi stiliti, pronti ad arringarti non appena imbocchi un ponticello di corda! Pensa un po' che vita conducono i nobili che abitano le torri, lassù - sono chiamati torraioli -, nobili che intrigano, che dragano e dormono là in alto, sfiorando il cielo e senza mai toccare terra.



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